Tartarughe & Friends

Il blog dei miei animali insoliti

10 giugno 2007

Ultima Evoluzione: largo alle tarte

Ed ecco la vasca definitiva: 100 x 70 x 35 e le tarte hanno un'infinità di spazio.
Ho ridotto tutto all'osso, per evitare che la sporcizia si annidi nel terriccio, per evitare che le tarte "guastatrici" mettano tutto in subbuglio o che mangino tutto l'arredo.
Il nuovo filtro funziona benissimo, riducendo il cambio d'acqua una volta a settimana, o anche 10 giorni. Dopo un primo periodo di "tentennamento" da parte delle tarte nel salire sulla nuova isola (realizzata con un'anima sotto di plexiglass fissato su alluminio, e sopra del sughero incollato con silicone, di quello a fogli) le piccole godono del nuovo tarta "hotel"...almeno fino a che non crescano ancora...

14 novembre 2005

Rivoluzione in ...erba


E così si passa ad uno sconvolgimento totale.
Bisogna risolvere tre problemi in una sola volta:
1- le pietrine che hanno intasato definitivamente i tubi;
2- ricreare la superficie emersa, con altri materiali e che sia facile a pulire;
3- cambiare o meno il fondale?
Le tartarughe vengono alloggiate in via momentanea in una grande bacinella, di quelle per il bucato, con il loro riscaldatore (almeno cercavo di mantenere la temperatura stabile!).
Viene completamente svuotato l'acquaterrario, ripulito e smontato. Con l'aiuto di mio padre, ricostruiamo le tubature sottostanti con i vari raccordi...una faticaccia.
Le pietrine le filtro tutte, eliminando quelle più piccole e leggere...una fatica ancora maggiore, diciamo uno strazio!
Il tutto mentre si attende che il silicone si solidifichi.
Viene anche progettata e realizzata la nuova isola:
su di un pezzo di plastica dura, modellata su di una fiamma, vengono siliconati un tappetino di erba sintetica e delle piccole pietre.
La nuova piattaforma sarebbe stata removibile, per facilitare pulizia ed eventuali altri sconvolgimenti d'ambiente.
Le tarte, che possono rientrare nella loro casetta solo dopo una settimana circa (anche per essere certi che il silicone abbia perso ogni sua minima tossicità - anche se usato quello neutro). Per loro ora c'è moltissimo più spazio, in quanto la nuova isola permette anche di nuotare sotto di essa, essendo sottili e sollevata più delle altre finora adottate.
L'unico problema finora riscontrato è che i fili di erba tendono a staccarci...ed a diventare cibo di qualche tarta affamata.

Intanto le piccole crescono...e mangiano

Nel frattempo, le tre piccolette, non restano tali.
La loro casa "albergo", e le attenzioni alimentari, fanno in modo che la loro crescita sia sana e veloce. In meno di un anno le loro dimensioni si quadruplicano.
Il faretto per il riscaldamento dell'area sopra l'siola; il riscaldatore in acqua con temperatura 26°; il neon UVB; il filtro sempre pulito ed efficiente...sono solamente alcuni degli accorgimenti che questi animali richiedono. A dispetto della purtroppo diffusa convinzione che invece una piccola vaschetta con un dito d'acqua possa già bastare.
Un essere umano in uno sgabuzzino non sopravviverebbe comunque? Ma nessuno si sognerebbe di crescere un figlio in tale maniera! Sopravvivere è un conto...vivere è un altro.
Altro fattore importantissimo è quello alimentare:
la dieta delle mie tarte è più o meno basata su pesce (in praticolare trota - in quanto si preferisce quello di acqua dolce) e pellettato, sempre di marca buona tipo zoomed. Frequenti varianti come verdure (rucola specialmente), frutta (mela, pera, banana), gamberetti (quelli surgelati - DA EVITARE COME LA PESTE QUELLI ESSICCATI!), e carne (in quantità limitata). Ci sono sono saltuarie variazioni, a seconda delle disponibilità. La linea da seguire è comunque quella del chiedersi cosa troverebbero in natura, sulla riva dei fiumi o dei laghi dove abitano in natura.

L'età della pietra

Il secondo tentativo di arredamento venne ispirato dalla nuda pietra.

Vari sassi, ancorati per bene nel ghiaietto del fondo, ed incastrati tra loro, divennero la nuova zona emersa delle tarte.

La cosa sembrava funzionare, nonostante i timori iniziali delle tre che sembravano non riuscire a salirvi sopra.

Ma presto si sarebbe messo in luce un grande difetto di questo tipo di costruzione: l'insediamento della sporcizia.

Infatti, tra un sasso ed un altro, andavano ad annidiarsi tutte le impurità, alghe incluse, che le tre tartarughe riuscivano a creare...e badate che ne creano tantissime!

La pulizia, anche se frequente, non era sufficiente. Si trattava di spostare spesso i sassi e poi doverli mettere dinuovo al proprio posto.
Inoltre, un altro fattore imprevisto si era presentato: i sassolini nel filtro.

Con questa nuova disposizione, le tartarughe, con le loro zampe, smuovevano il terreno facendo puntualmente finire nel filtro i sassolini più piccoli, con successivo intasamento totale!

Non c'era scelta, bisognava cambiare ancora.